La casa è simbolo di famiglia, serenità, intimità, tradizione, calore e ritrovo. A volte bastano un semplice oggetto, un profumo, un colore o un materiale per riportarci a quell’eterea dimensione, slegata dal tempo e dallo spazio, che chiamiamo casa.È questo il potere magico del cotto, utilizzato dall’uomo come materiale da pavimentazione da più di 4000 anni.In Italia, dove gli Etruschi hanno esaltato le caratteristiche di questo materiale grazie alle peculiarità del territorio, il cotto ha trovato la sua massima espressione in Umbria. In queste terre è stato utilizzato per centinaia di anni per la realizzazione di otri da vino e olio, impregnandosi dei sapori e dei profumi delle colline e dei paesaggi umbri.
Il Colore
Nero BuccheroLess is more: togli ossigeno mentre cuoci il cotto, lascia che le particelle di carbonio del fumo penetrino nel corpo degli oggetti in cottura, e ottieni il nero bucchero, antica opacità etrusca illuminata da sfumature argentee. Questo è possibile solo attraverso un processo di riduzione dellÂ’ossigeno. Aggiungere non è sempre sinonimo di miglioramento.TerravivaLa terra è viva, la terra è vita. È foriera di prosperità . È speranza e sicurezza. È ricchezza. È la madre di tutto, anche del “cotto mattone”, caratterizzato dal color terra più famoso al mondo, quello delle colline umbro-toscane. La terra racconta, suggestiona, insegna. La terra è nostra.
La Forma
TrapezioLa versatilità del cotto ci consente di darvi la possibilità di scegliere tra un numero incredibile di forme. È un materiale che più di altri si presta alla sperimentazione e al pensiero fuori dalle righe, amato incondizionatamente proprio perché in grado di accontentare tutti. Il trapezio è la forma che incarna questo concetto alla perfezione: è un esagono tagliato a metà , quindi dà la possibilità di creare esagoni bicromi; ma consente anche di creare incredibili pattern solo apparentemente irregolari, che nascondono la loro vera natura a un osservatore distratto.Libera la tua creatività : con Fangorosa non esistono limiti.
